I Restauri

Il cantiere di restauro come laboratorio di conoscenza è uno degli assi portanti del progetto in Cappadocia. La comprensione dello straordinario patrimonio pittorico della regione è stata, infatti, approfondita durante il restauro del ciclo pittorico della chiesa dei Quaranta Martiri a Şahinefendi, concluso nel 2013, e quello ancora in corso nella Chiesa Nuova di Tokalı nell’Open Air Museum di Göreme.

In entrambi i casi le ricerche sono andate ad implementare il bagaglio di dati reso disponibile attraverso la banca dati “Arte e habitat rupestre in Cappadocia” così da offrire la possibilità di effettuare ricerche integrate.

Alla convergenza fra le ricerche sulle pitture e quelle sul paesaggio è l’attività svolta per la conservazione della roccia mediante un progetto che include l’interazione tra gli elementi spaziali (struttura scavata nella roccia) e le sue componenti (pitture murali).

CHIESA DI TOKALI
NELL’OPEN AIR MUSEUM DI GÖREME

Nella chiesa di Tokalı nell’Open Air Museum di Göreme dal 2011 si svolge il cantiere di restauro sui preziosi dipinti murali della metà del X secolo che si distinguono nel panorama della produzione pittorica cappadoce per la qualità formale, per la complessità dell’ideazione e dell’impianto iconografico, per la facoltosa committenza riconducibile alla nobile famiglia Foca, nonché per la ricchezza dei materiali utilizzati, come lamine d’argento e d’oro e pigmenti a base di lacche e blu di lapislazzuli.
L’attività di restauro è strettamente connessa alle ricerche storico-artistiche ed integrata da un articolato piano di documentazione. Sono state svolte diverse campagne fotografiche e diagnostiche, si è realizzato il 3D dell’intero monumento ed è stata effettuata la mappatura dello stato di conservazione per predisporre il progetto di intervento.

Dipinti murali

Le attività principali che il restauro dei dipinti murali pone riguardano il consolidamento, la pulitura e la loro presentazione estetica in relazione allo stato di conservazione e agli interventi precedenti (restauro UNESCO-ICCROM 1970-1980). L’esperienza maturata ha portato a constatare che il principale problema conservativo dei dipinti risiede nella fragilità della pellicola pittorica che in molti punti è particolarmente frammentata e non adesa agli strati preparatori. Tale degrado è strettamente connesso alla tecnica d’esecuzione della pittura, che è realizzata a secco con leganti organici, nonché all’interazione tra i materiali costitutivi ed i fattori microclimatici. Inoltre, l’intonaco, realizzato con una forte presenza di gesso, è decoeso in superficie e talvolta non garantisce un’adeguata adesione della pellicola pittorica.

Roccia

L’intervento di consolidamento del supporto roccioso è stato predisposto con l’ausilio delle indagini scientifiche, svolte in collaborazione con l’Università della Calabria e con l’Università Nevşehir Hacı Bektaş Veli, che hanno messo in evidenza le criticità dello stato di conservazione della roccia, particolarmente gravi nella parte inferiore delle pareti sud e ovest del naos dove è presente uno strato di roccia particolarmente tenero e friabile.

CHIESA DEI QUARANTA MARTIRI A ŞAHINEFENDI

Il restauro dei dipinti della chiesa di Şahinefendi ha restituito piena visibilità ad un vasto apparato pittorico, che era offuscato da uno spesso strato di nerofumo, svelando la presenza di quattro fasi pittoriche disposte perlopiù in palinsesto, databili dall’età protobizantina al XIII secolo.
Su tutte domina un’ampia e rara raffigurazione del martirio dei Quaranta Martiri di Sebaste nella navata nord (III fase, XI secolo).

La realizzazione del 3D con laser scanner e la documentazione fotografica e grafica hanno preceduto le operazioni di studio e di restauro delle superfici dipinte; le indagini scientifiche sono state mirate alla caratterizzazione dei fenomeni di degrado, allo studio della tecnica esecutiva e dei pigmenti; tra il 2007 e il 2012 la leggibilità dei dipinti, profondamente compromessa da un velo di nerofumo, è stata recuperata e assicurata grazie al delicato intervento di restauro. Il 28 settembre 2013, la chiesa e le sue pitture vengono riconsegnate alla Repubblica di Turchia, in un clima di festa, con la partecipazione delle autorità, della cittadinanza e degli addetti ai lavori. Oggi, la chiesa dei Quaranta Martiri a Şahinefendi è un monumento aperto alla fruizione di quanti vi accedono, dai visitatori alle guide, alla comunità locale.

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